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La tisana alla cannabis, rappresenta una delle vie più note di assunzione di cannabis terapeutica: sono tantissime le possibilità di preparazione che si leggono su Internet, con acqua ma non solo (latte, oli, eccetera) portando a risultati diversi, sia di effetto che di efficacia.

La tisana alla cannabis, rappresenta una via di somministrazione nota, ma spesso legata all’uso ludico insieme al fumo, che è certamente la principale via di somministrazione della cannabis.

Va detto subito: la tisana alla cannabis, specialmente se realizzata secondo le indicazioni nel Decreto, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, è una pessima via di somministrazione della cannabis, soprattutto se si vuole comparare la quantità/qualità delle sostanze assunte (cannabinoidi, terpeni, ecc…) con il fumo o la sua versione medica, la vaporizzazione: nella siffatta tisana, i cannabinoidi sono scarsamente decarbossilati e molte sostanze scarsamente estratte.

Il rischio (verrà ribadito dopo) è che il Medico e lo stesso paziente, si convincano che “la cannabis non funziona” o che “la dose è troppo leggera”.

Poiché spessissimo molte “ricette” per la preparazione di tisane alla cannabis sono descritte più per un uso ludico che medico, nel seguente articolo si forniranno alcune metodiche (supportate da analisi scientifiche) con diverse ottimizzazioni per ottenere la miglior estrazione e decarbossilazione possibile nella preparazione della tisana alla cannabis realizzata con cannabis di grado farmaceutico (Bedrocan, Bediol, Bedica, Bedrobinol, Bedrolite, FM2, Pedanios).

FONDAMENTALE: per la realizzazione della tisana alla cannabis terapeutica non si prepara un infuso, ma un decotto. Le differenze:

infuso: (il classico tè che tutti abbiamo preparato nella vita) si porta a bollore l’acqua, si spegne la fonte di calore, si aggiunge la cannabis e si lascia riposare per 2-3-5-10 minuti.

decotto: in acqua fredda si aggiunge subito la cannabis, si porta a ebollizione, e si continua l’ebollizione per il tempo stabilito.

– – METODICA MINISTERIALE DECRETO 9/11/2015 – –

La Metodica del Ministero della  Salute nel Decreto 9 novembre 2015 prevede con l’uso di acqua per un tempo di 15 minuti. I passaggi sono:

preparare acqua fredda in rapporto 1000:1 acqua/cannabis (es. per 100mg di cannabis, usare 100ml di acqua)

versare la dose di cannabis

portare a ebollizione

coprire con coperchio

mantenere l’ebollizione per 15 minuti

Il Decreto non aggiunge altro. Tale metodica è sconsigliata per diversi motivi:

i principi attivi della cannabis sono lipofili (grassi); l’acqua è un solvente idrofilo (acquoso) quindi pessimo per quanto riguarda la capacità di solubilizzare ed estrarre i cannabinoidi (una parte esce comunque dall’infiorescenza per questioni fisiche di osmosi e rimane sospesa in acqua).

i tempi di bollitura indicati dal Ministero sono insufficienti per avere la certezza che buona parte (sufficiente) del THC e CBD siano decarbossilati(in questo contesto, il termine può essere frettolosamente tradotto in “attivati”). Studi olandesi hanno dimostrato come nella tisana alla cannabis così fatta, il contenuto di THCA sia fino a 5 volte superiore al THC (cioè il THC è 1/5 rispetto al THCA), poiché le temperature raggiunte sono minori rispetto a quelle di fumo, vaporizzazione o cottura in forno. Altrettanto per i tempi a cui la cannabis è sottoposta a queste temperature.

se non velocemente bevuta dal momento della preparazione, i cannabinoidi presenti nella tisana con sola acqua tendono ad appiccicarsi sul fondo o ai lati del bicchiere/tazza; di conseguenza il paziente si beve… acqua calda.

con la quantità di acqua indicata dal Ministero, quasi certamente al termine dell’ebollizione rimarrà poca o (quasi) niente acqua.

sono stati eseguiti studi in gascromatografia su campioni non derivatizzati (i risultati sono riportati nella tabella sottostante) che dimostrano come l’estrazione in sola acqua sia pessima:

Tisana con… Bedrocan® 22% GREZZO in cartine Bedrocan® 22% THC MICRONIZZATO in capsule apribili

Acqua < 1% 3,53%

Acqua + latte 2,2% 12,82%

Nota: essendo riferiti a 100mg di cannabis e 100ml di acqua, i risultati % possono essere letti anche come mg di THC estratti. Ad esempio: 12,82% indica che in 100ml di tisana preparata con 100mg di Bedrocan 22% erano presenti 12,82mg di THC.

Nel caso della Cannabis grezza in cartine, il residuo solido è stato filtrato. Potenziale THC attivato residuo, potrebbe essere rimasto nel materiale vegetale, motivo per cui si sconsiglia fortemente di filtrare il residuo, ma di ingerirlo insieme alla tisana.

IMPORTANTE CONSIDERAZIONE: tutto questo si tradurrebbe in una apparente inefficacia della cannabis o ad un inutile necessità di incrementare le dosi (con aumento delle spese per il paziente!), in considerazione del fatto che nel decotto preparato dal paziente NON è conoscibile la concentrazione reale di THC e/o CBD e che comunque questa sarebbe (valore medio) 1/5 del totale (es. circa 4mg di THC e circa 20mg di THCA nel Bedrocan oppure 1,5mg di THC e 6mg di THCA nel Bediol).

– – – METODICA CONSIGLIATA – – –

In considerazione dei problemi espressi nell’analisi precedente, la versione consigliata della tisana alla cannabis tende a ottimizzare alcuni punti, in particolare:

tempi: vengono aumentati per permettere una maggiore decarbossilazione. Non c’è rischio di ottenere prodotti di degradazione (es. CBN dal THC) o di perdere terpeni, perchè la temperatura massima raggiunta è circa 100°C (oltre non si può andare, dato che l’acqua bolle)

liquido solvente: poiché i cannabinoidi sono lipofili, si utilizza un solvente in grado di sciogliere i cannabinoidi, tenendoli stabilmente in soluzione. Non volendo usare oli che sarebbero troppo pesanti e con altri problemi, il liquido migliore è il latte (meglio vaccino, ma anche di soia) in quanto è una emulsione, cioè una miscela di grasso in acqua, in grado di estrarre sia sostanza grasse che idrofile.

quantità di liquido: rispetto al rapporto 1000 : 1, si prepara la tisana con molto più liquido, sia per compensare le perdite di evaporazione, sia per ottimizzare l’estrazione (liquidi troppo concentrati non riescono ad estrarre tutte le sostanze).

preparazione della cannabis: passaggio necessario con cui si tritura la cannabis per aumentarne la superficie di esposizione ovvero le parti di cannabis a contatto con il solvente. Questo favorisce sia la decarbossilazione che l’estrazione. L’operazione può avvenire con una lama, meglio con un grinder, meglio ancora facendo preparare al Farmacista della polvere micronizzata di cannabis.

Di seguito, la ricetta ottimizzata e consigliata per la preparazione di una tisana alla cannabis terapeutica:

“battezzare” un pentolino con il quale si preparerà la tisana alla cannabis, ossia usare sempre quello. Pentolini di dimensioni diverse cambiano la superficie di esposizione del liquido, facendolo evaporare più o meno velocemente, alterando (in più o in meno) la quantità finale di tisana residua.

porre acqua fredda nel contenitore, almeno (almeno!) 250ml di acqua per dosi di cannabis fino a 200mg, 500ml per dosi da 200mg a 400mg, 750mg per dosi da 400mg a 600mg e così via. Quantitativi molto ridotti di cannabis (es. 30mg, 50mg) richiedono comunque l’utilizzo di almeno 250 ml di acqua.

nel caso si disponga di cannabis grezza in cartine, sminuzzarla con una lama affilata (o, se disponibile, con un grinder); nel caso si disponga della cannabis micronizzata in capsule apribili per tisana, questo passaggio non è necessario.

scaldare fino a ebollizione intensa.

coprire con coperchio e mantenere in bollore per 20 minuti.

trascorsi 20 minuti, abbassare la fiamma per mantenere un blando bollore, aggiungere almeno 15 grammi di latte intero (o almeno 1,5 grammi di latte in polvere) per ogni 100 mg di cannabis (es. se si sono preparati 200 mg di cannabis, aggiungere almeno 30 grammi di latte intero)

mantenere l’ebollizione blanda per altri 15 minuti; al termine spegnere e lasciare raffreddare.

NON filtrare le infiorescenze (o la polvere), ma ingerirle insieme alla tisana: questo permette di assimilare anche eventuali sostanze rimaste nella parte vegetale e non perfettamente estratte o decarbossilate durante la decozione;

dolcificare a piacere (zucchero, aspartame, stevia, ecc…).

Se si desidera consumare la tisana nell’arco della giornata è possibile conservarla in un thermos di vetro o metallo; per la presenza del latte la stabilità in frigorifero, è stimata ad un massimo di 5 giorni. In questo caso è assolutamente necessario conoscere il volume totale della soluzione per poter sapere da quanti millilitri è composta la singola dosa da prelevare dal thermos, altrimenti si rischia di assumere una quantità o maggiore (in caso di volume inferiore all’atteso, quindi concentrato) o minore (in caso di volume superiore all’atteso, quindi diluito) di quella dovuta.

IMPORTANTE: evitare il più possibile l’uso di cannabis in bustine filtro o alternative in cui la cannabis viene rimossa e gettata via. Come spiegato al punto 8, in una tisana sicuramente rimangono sostanze all’interno della parte vegetale: gettarla vorrebbe dire non assumere la parte in essa contenuta, sprecare farmaco e limitare l’efficacia della cannabis.

La cannabis medica usata nel decotto va mangiata insieme al decotto stesso!

Considerazioni finali:

1.

Come molti avranno capito, il procedimento per la preparazione della tisana è comunque lungo e articolato. Col tempo si può certamente arrivare alla padronanza del metodo, ma i tempi tecnici sono fissi e quindi almeno 40/45 minuti ogni volta sono necessari. Se si considera che la posologia media è di assumere la dose di cannabis (in tisana) 2 o 3 volte al giorno… Si capisce immediatamente come un farmaco come l’olio di cannabis (il paziente assume le gocce prescritte col contagocce. Punto) sia molto più pratico, sicuro e compliantper il paziente (si pensi agli anziani, a chi ha spasmi o coloro che hanno una vita sociale attiva).

2.

Molti si domanderanno: perché, a fronte di tutto il procedimento descritto, il Ministero della Salute Italiano ha inserito nel Decreto 9/11/2015 una metodica così “semplificata” per la preparazione della tisana alla cannabis? Tolti alcuni motivi che si possono immaginare, la risposta potrebbe essere “perché è stato tradotto direttamente dal folder illustrativo distribuito dal Ministero della Salute Olandese”.

Effettivamente il Ministero della Salute Olandese ha prodotto un “foglietto illustrativo” su come preparare la tisana, riportando i classici 15 minuti.

Quello che il Ministero della Salute Italiano non ha considerato è stato il testo successivo dove viene riportato (tradotto):

Il tè [tisana alla cannabis, ndr.] non dovrebbe pertanto essere considerato solo come una forma di somministrazione a basso dosaggio di THC (la quale è in verità), ma piuttosto come una medicina diversa, per la presenza di elevate quantità di acidi cannabinoidici [es. THCA e CBDA, ndr.]

3.

Cos’è la cannabis micronizzata in capsule per tisana? Si tratta di capsule (NON da ingerire) che contengono polvere di cannabis grezza (raw) insieme ad un eccipiente che ha adsorbito oli e altre sostanze; tali capsule sostituiscono la classica cartina/bustina di cannabis: vanno aperte e il cui contenuto va versato in acqua per farne un decotto esattamente con i passaggi sopra descritti. Vantaggi? Tanti, ma tra tutti il fatto che essendo micronizzata (ossia le parti sono della dimensione inferiore al millimetro), la superficie di esposizione è milioni di volte maggiore rispetto ad un normale “pezzo” di infiorescenza.

4.

E’ possibile preparare una tisana con solo latte, utilizzando latte freddo sin dall’inizio, senza dover aggiungerne ulteriormente. Il consiglio è comunque di “allungare” il latte con un po’ di acqua: durante l’ebollizione, la parte acquosa del latte tende ad evaporare, lasciando un latte molto “pesante” e grasso che alcuni pazienti possono trovare difficile da digerire.

Ulteriori informazioni sulla cannabis ad uso medico possono essere reperite sul sito del Ministero della Salute e dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Miitare di Firenze.

NOTA:

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